CAMICI ROSA
LA DONNA NELLA STORIA DELLA MEDICINA
LA DONNA NELLA STORIA DELLA MEDICINA
di Florindo Di Monaco
Abstract
Come storico, dopo anni di studio e di ricerche ho realizzato una Storia della medicina tutta e solo al femminile, la prima e unica in Italia e forse nel mondo realizzata in formato audiovisivo. La video collana comprende 4 Dvd per una durata complessiva di oltre tre ore.
L'ho intitolata Camici rosa, perché il camice, in particolare di colore bianco, è da un paio di secoli il simbolo esteriore del personale medico, il rosa da un secolo e più a questa parte è il colore femminile per eccellenza, quindi Camici rosa è una metafora per indicare le donne medico, o per meglio dire le medichesse.
Il mio lavoro ha lo scopo di far conoscere al grande pubblico, e in primis agli operatori sanitari, il contributo notevolissimo che le donne fin dall'antichità hanno dato al progresso della medicina e della salute. La storia millenaria delle donne medico e curatrici è la storia di una presenza negata perché gli uomini hanno volutamente oscurato le donne e le hanno a lungo escluse dagli studi accademici, declinando una storia della medicina tutta al maschile. Per secoli, fatte le dovute eccezioni, gli uomini sono stati gli unici depositari delle conoscenze mediche. Le donne sono state accettate nelle università e nella professione medica soltanto tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, e solo negli ultimi decenni hanno abbattuto i vari soffitti di cristallo che si opponevano alla loro piena realizzazione. Eppure le donne hanno un'attitudine naturale, fisiologica, che deriva dal loro istinto materno, a prendersi cura della persona e della vita. Diceva Florence Nightingale, la madre della scienza infermieristica: «Ogni donna è un'infermiera nata». Le fa eco a distanza di un secolo e mezzo Umberto Veronesi: «Mi sono accorto, provando quasi una sorta di invidia, che c'è qualcosa nella donna che la tiene ancorata saldamente alla vita e non le fa mai perdere il contatto con chi le sta accanto».
Il viaggio nel tempo alla ricerca e alla scoperta delle medichesse ingiustamente dimenticate ci porta fino ai giorni nostri quando sopravvivono ancora disuguaglianze di genere malgrado oggi le donne laureate in medicina siano numericamente la maggioranza rispetto agli uomini. I vantaggi della femminilizzazione della scienza medica sono evidenti: le donne coinvolgono maggiormente il paziente nel processo terapeutico, sono più convincenti e persuasive, e pervengono a un'ottimale interazione col paziente, praticando una medicina umanistica e umanizzata, centrata sulla persona e sulla sua sfera emotiva.
Le discepole di Igea
rappresentano il presente e il futuro della medicina. Le
studentesse della facoltà di medicina e chirurgia sono più numerose dei maschicon una percentuale di camici
"rosa" intorno al 60 per cento. Alle donne si sono aperte le porte di branche che sembravano
inaccessibili quali la chirurgia e ancor più la medicina legale. La sala
operatoria e gli istituti di anatomopatologia non sono più roccaforti maschili
come nel passato, in farmacia le donne sono indiscutibilmente la maggioranza
assoluta. Il medico
sarà sempre più donna: lo annuncia uno studio del British Medical Journal
pubblicato dal Times di Londra. È il nostro augurio, anzi la nostra luminosa
certezza.