SCENA MUTA (PORTE NON COMUNICANTI)
La rappresentazione, composta da un prologo e sei scene, si affida alla gestualità e alla mimica, ed è assolutamente senza parole. L'intera scena rappresenta un lunghissimo corridoio illuminato sul quale prospettano dieci porte, tutte dipinte in azzurro, tutte a uguale distanza dall'altra. Su ogni porta è affisso un cartello con una scritta diversa.
Nell'ordine:
AMORE, DESTINO, FORTUNA, FUTURO, PASSATO, PRESENTE,
VITA, MORTE, TRISTEZZA, FELICITA'.
PROLOGO
Silenzio assoluto. Una giovane donna dall'apparente età di trent'anni o poco più percorre in lungo e in largo il corridoio: dapprima a testa bassa, con i capelli legati e lo sguardo rivolto a terra; successivamente alza la testa, scioglie i capelli, che sono lunghissimi e nascondendo completamente il viso dietro i capelli, brancolando come una cieca per quel minimo che riesce a vedere attraverso il velo denso dei capelli neri, percorre il corridoio sempre avanti e indietro; infine, togliendosi di scatto quella che era una parrucca (non i suoi capelli veri, nascosti sotto una calotta aderentissima), percorre per l'ultima volta il corridoio fermandosi a leggere il cartello apposto su ogni porta.
SCENA PRIMA
Le età dell'uomo in ordine decrescente: una vecchia, un uomo di mezza età, una giovane di trent'anni, una ragazza, un bambino. A turno ognuno dei personaggi bussa una dopo l'altra a tutte le porte. Nessuna si apre. Non esiste nessuna forma di comunicazione, nessuna parvenza di dialogo. E' l'incomunicabilità assoluta, totale.
SCENA SECONDA
Comunicazione muta attraverso biglietti e gestualità. L'ordine di comparsa in scena si inverte: dal bambino al vecchio. Ora la comunicazione avviene attraverso un biglietto che ogni personaggio infila sotto la porta: è solo un embrione di comunicazione. Le porte non si aprono, però la comunicazione avviene attraverso un dialogo muto. Dietro la porta c'è un personaggio invisibile che risponde al personaggio che sta al di qua della porta attraverso un biglietto. Che ci sia scritto sul biglietto lo possiamo solo intuire dai gesti e dalle espressioni mimiche dei personaggi sulla scena. Dietro le porte, cioè dietro la scena, ci sono personaggi invisibili.
SCENA TERZA
Ancora un esempio di comunicazione non verbale. Sfilano di nuovo uno dopo l'altro i cinque personaggi anonimi, dal vecchio al bambino. Il personaggio che sta al di qua della porta (visibile) e il personaggio invisibile (dietro la porta) si scambiano messaggi con gesti. Naturalmente il dialogo si rivela spesso senza senso come una conversazione tra sordi. Sta allo spettatore intuire dalla mimica e dalle pose il contenuto dei messaggi.
SCENA QUARTA
Il corridoio è vuoto. I cinque personaggi non ci sono più. Una porta finalmente si apre. Poi la seconda, e in successione tutte le altre. Da ciascuna esce nel corridoio via via un personaggio che diventa solo parzialmente visibile perché è interamente avvolto in un lenzuolo come un fantasma. Dopo che tutti e dieci sono apparsi, uno alla volta rientrano nelle rispettive camere. Le porte restano aperte.