Donne e Sport nell'antichità

19.01.2021

La corsa è probabilmente l'esercizio sportivo più antico della storia, praticato sicuramente anche dalle donne fin dalle epoche più remote. 

Nell'Egitto dei faraoni nasce la prima vera e propria attività sportiva femminile. Danze acrobatiche con capriole e piroette, dal carattere spesso religioso, e difficili giochi di equilibrio e di abilità con la palla eseguiti stando in piedi sulle spalle delle compagne, quali ritroviamo oggi negli spettacoli circensi (un misto di giocoleria, verticalismo e contorsionismo), erano i principali passatempi delle ragazze. Non si trattava quindi di uno sport a livello agonistico ma piuttosto un momento ludico, come lo era uno dei balli più amati dalle fanciulle, che agitavano le trecce a cui erano legate delle palline di stoffa. Alcuni dipinti tombali di Beni Hassan (foto di copertina) raffigurano giovani donne che eseguono esercizi di destrezza lanciando in aria alcune piccole sfere.

Nella maggior parte delle pòleis dell'antica Grecia le donne vivevano relegate tra le mura domestiche e badavano solo alle faccende di casa, del tutto escluse dalla vita pubblica e dalle attività politiche, culturali e sportive.
Va però precisato che già nei tempi più antichi si tenevano ogni quattro anni gli Heràia, i giochi Erei o Ereidi, così detti perché dedicati alla dea Era, moglie di Zeus. Essi rappresentano la prima competizione di atletica femminile che si svolgeva nello stadio di Olimpia, probabilmente nello stesso anno delle Olimpiadi, una sorta di Olimpiadi femminili dato che alle donne era severamente proibito partecipare ai veri e propri giochi olimpici inaugurati nel 776 a.C.


Pausania racconta che Ippodamia, moglie del re Pelope, costituì un gruppo conosciuto come "sedici donne", una per ognuna delle sedici città dell'Elide, scelte tra le più anziane e meritevoli per dignità e fama, con l'incarico di porre fine alle controversie tra le città di Elis e di Pisa. Esse avevano il compito di organizzare i giochi e di tessere il peplo per Era.

I giochi, riservati alle ragazze, erano costituiti solo dalla corsa a piedi che si svolgeva su una pista che era i 5/6 della lunghezza della pista degli uomini, cioè 160,22 metri. Si svolgevano tre corse in base all'età delle partecipanti, dalle bambine alle adolescenti.


A differenza degli uomini che gareggiavano nudi, le donne correvano con una tunichetta corta poco sopra le ginocchia che lasciava scoperte le gambe, con la spalla destra nuda fino al petto e con i capelli sciolti, come mostra una statua attribuita allo scultore Prassitele, del I sec. a.C, conservata nei Musei Vaticani, corrispondente alla descrizione di Pausania. Le campionesse vincevano una corona di ulivo e una porzione di carne dell'animale sacrificato a Era (di solito una vacca o un bue) e potevano farsi dedicare statue con incisi i loro nomi o farsi dipingere le loro effigi sulle colonne del tempio di Era. 

Il popolo greco nutriva un culto per la mitica Atalanta, la vergine cacciatrice imbattibile nella corsa finché non fu vinta da Ippomene, che ebbe in premio il diritto a sposarla. Per il resto lo sport femminile era tenuto in scarsa considerazione nella Grecia classica, con una sola vistosa eccezione.
Le donne spartane, le più sportive di tutto il mondo antico (e anche le più libere, visto che potevano uscire e passeggiare per le vie della città), partecipavano in prima persona alle attività ginniche e alle pubbliche competizioni. A Sparta era importantissimo per le donne praticare sport, fare ginnastica, curare il proprio corpo, avere un fisico perfetto e godere di ottima salute, condizioni indispensabili per mettere al mondo figli sani e robusti, che un giorno, divenuti gagliardi guerrieri, avrebbero fatto onore alla patria.

L'educazione fisica era una delle discipline più importanti, incoraggiata dallo stesso legislatore Licurgo, secondo quanto racconta Platone. La donna spartana fin da bambina praticava corsa, lancio del disco e del giavellotto, e perfino la lotta, e fino all'età di sedici anni si esercitava con gli stessi duri allenamenti ai quali erano sottoposti gli uomini anche per sopportare meglio un giorno i dolori del parto.


Crea il tuo sito web gratis!